a cura di Marinella Bianco, Acta Progetti
L’Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia ONMI), intorno agli anni Trenta, si occupava di donne in gravidanza, indigenti e sole;
le aiutava a partorire in ospedale affinché fossero seguite, ma talvolta permetteva il ricovero in ospedale anche di gestanti che avevano famiglia, ma erano così povere da vivere in un luogo inadatto al parto. Questo perché la mortalità dovuta a febbre puerperale legata alle condizioni igieniche era alta.
In casi di nascite in casa il registro dei parti fornisce notizie su come si era svolta la nascita
Dagli anni Trenta agli anni Settanta la situazione femminile ovunque piano piano migliora e anche questo archivio ne lascia traccia:
nella prima parte del secolo XXesimo le donne spesso avevano tanti figli quanti potevano farne e in caso di infertilità, durante il periodo fascista, venivano spronate a fare cure per avere figli, quindi la scelta di non averne non era proprio contemplata tantomeno un aborto per propria decisione.
Nel 1978 un Referendum farà approvare una legge sul libero aborto in Italia.